I programmi di intelligenza artificiale stanno pian piano occupando spazi sempre più insoliti delle attività umane. Uno fra tutti è indubbiamente il campo della creatività, come la pittura e la scrittura. Oggi esistono piattaforme per fare di tutto, compreso scrivere contenuti testuali che per loro natura richiederebbero una buona conoscenza del tema trattato ed altrettanta capacità comunicativa. L’intelligenza artificiale, per la loro realizzazione, può solo tentare di imitare il talento di un poeta o le abilità di un copywriter, ma per riuscirvi necessita sempre di input precisi e buone capacità in chi li trasmette.
Per quanto attiene la poesia, oggi sono svariati gli strumenti a disposizione degli utenti che vogliano cimentarsi nella loro creazione servendosi dell’aiuto dell’AI.
Nel 2020 Google ha lanciato Verse by Verse, una “musa sperimentale basata sull’intelligenza artificiale” che consente di realizzare poesie imitando lo stile di noti autori, scegliendo il poeta di riferimento, il verso e lo schema della rima. L’utente resta ovviamente il principale autore della sua opera, ma viene accompagnato durante tutto il processo da un alleato prezioso, che dopo aver raccolto tutti gli input necessari a strutturare la poesia, procede a comporla per lui. Dal 2022, è invece disponibile uno strumento basato sul Natural Language Processing, in grado di fornire, oltre a poesie e testi creativi, risposte perfettamente coerenti alle più svariate richieste. Si tratta del nuovo chatbot di OpenAI, denominato ChatGPT, che fra le varie funzionalità ha anche quella di produrre articoli, codici di programmazione, traduzioni e canzoni, avendo accesso ad una grandissima quantità di dati da cui attingere. Il suo utilizzo ha già suscitato le prime preoccupazioni per quanto attiene la tutela della privacy e l’utilizzo incontrollato dei testi prodotti dal chatbot, che alla domanda dell’utente conferma l’impossibilità di pubblicare o sfruttare a fini commerciali i suoi personali contenuti, senza espressa autorizzazione di OpenAi.
Per quanto attiene la pittura, la questione è forse ancor più complessa.
La domanda che generalmente ci si pone è se un algoritmo possa fare arte visiva, creare qualcosa che richieda estro, manualità ed ispirazione.
A rispondere a questo interrogativo sono i fatti: nel 2018 è stata acquistata per la prima volta all’asta un’opera creata dall’AI, nel 2021, invece, un quadro frutto della stessa tecnologia ha partecipato e vinto un concorso d’arte.
Dietro l’algoritmo, naturalmente, ci sono degli esseri umani. Nel primo caso un collettivo francese, nel secondo un artista americano. A fare il successo delle opere sono state le abilità di chi ha guidato l’intelligenza artificiale durante tutto il processo di realizzazione, mettendo a disposizione dell’algoritmo la propria creatività e le proprie opere come fonte.
Uno dei sitemi di intelligenza artificiali più conosciuti per generare un disegno fornendo semplici istruzioni testuali è DALL-E. Osservando il quadro qui proposto, difficilmente riusciremo a capite che non si tratta di un Johannes Vermeer o di un suo imitatore, ma bensì di un prodotto AI.
Per la sua realizzazione all’algoritmo sono state date delle indicazioni specifiche quali: quadro, Olanda, pittura a olio, 600, ritratto, turbante, orecchini di perla.
Il processo è automatico, ma richiede comunque i suoi tempi ed una buona dose di senso estetico umano, per completare l’opera.
L’A.I applicata ad attività artistiche come la pittura e disegni digitali solleva dubbi e perplessità in tema di plagio ed imitazioni non autorizzate di lavori di autori più o meno noti. Soprattutto però suscita un forte timore che qualcosa di artificiale possa sostituire, oltre all’intelligenza, anche l’estro umano. Al di la di ogni possibile pregiudizio sul tema , l’Artificial Creativy, ovvero questa intersezione tra creatività e innovazione digitale, sembra destinata a rivoluzionare il settore dell’arte, aprendolo a collaborazioni del tutto nuove, in cui l’uomo non è più il solo ed unico attore, ma parte di un processo dove la tecnologia svolge il ruolo di prezioso alleato.
L’Intelligenza Artificiale, così come il Natural Language Processing, ha infiniti campi di applicazione, dall’artistico fino ad arrivare all’aziendale.
L’utilizzo di questa tecnologia in piccole, medie e grandi imprese può rivelarsi fondamentale per velocizzare, snellire ed economizzare processi aziendali quotidianamente svolti. In quest’ottica abbiamo creato Elettra, il nostro paradigma di User Interface, capace di interagire ed integrarsi con le soluzioni informatiche già presenti e in uso in un azienda, che colloquiando con l’utente è in grado di recepire le esigenze in termini informatici. Nessuna App da scaricare né un tradizionale sistema di messaggistica, ma una chat evoluta dotata di intelligenza artificiale, attraverso cui portare a compimento le più varie operazioni.
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